Prof. Alfredo Savarese

SPECIALIZZATO NELLA CHIRURGIA PROTESICA DI ANCA, GINOCCHIO E SPALLA.

DIRETTORE DEL REPARTO DI ORTOPEDIA IV DELL’ISTITUTO CLINICO SAN ROCCO DI OME (BRESCIA)

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Protesi d’anca. L’approccio chirurgico incide sui risultati?

Il prof. Savarese ha iniziato, nell’ottobre 2016, ad utilizzare la via d’accesso anteriore all’anca, per l’esecuzione di protesi totali di anca. Egli utilizza la via anteriore longitudinale classica, ma soprattutto la via inguinale di Leunig.
Questa consiste nella incisione cutanea lungo la piega inguinale e permette un risultato estetico molto valido, con cicatrice cutanea quasi invisibile.
Questa via d’accesso può essere utilizzabile essenzialmente in persone di sesso femminile, magre ed affette da coxartrosi non gravemente osteofitosica.
Tuttavia è opportuno precisare alcuni concetti molto importanti:
1) La via anteriore di accesso all’anca era utilizzata fin dagli anni ’70 del secolo scorso, anche se era decisamente più estesa in lunghezza, e si chiamava ” incisione secondo SMITH-PETHERSEN. Il prof. Savarese, che ha iniziato la sua carriera ortopedica nel 1973, ha utilizzato questa via per le lussazioni congenite d’anca sui bambini, per eseguire le osteotomie di bacino secondo SALTER-HARRIS e secondo CHIARI.
Pertanto chi parla di nuova via d’accesso anteriore all’anca o è in mala fede, o molto giovane ed inesperto.
Pertanto i pazienti farebbero bene a diffidare di costoro!
2) La via d’accesso anteriore all’anca presenta dei rischi maggiori, rispetto alle vie laterali e postero-laterali tradizionali: paresi nervose, perdita di sensibilità cutanea, fratture femorali intraoperatorie.
In tutte le casistiche mondiali queste complicanze della via anteriore all’anca sono ben descritte e vanno conosciute.
3) Il paziente, piuttosto che chiedere al chirurgo che ha scelto, se questi eseguirà una via anteriore o posteriore o laterale, dovrebbe chiedergli : come e quale Protesi mi metti?
Perchè il problema è tutto qui : quasi tutte le protesi d’anca nei primi 4/5 anni vanno molto bene, quale che sia la via d’accesso. Tuttavia esistono protesi e materiali protesici che possono durare 25/30 anni se ben impiantate, altre protesi che già dopo 7/10 ani devono essere sostituite.
La durata di un impianto protesico non dipende certo dal tipo di via d’accesso eseguita, ma soprattutto da :
come è stato effettuato l’impianto ( stelo in posizione neutra corretta oppure in varo o in valgo oppure eccessivamente retroverso o antiverso, offset della protesi, angolo di inclinazione e declinazione del cotile protesico, rispetto delle trabecole ossee)
quali sono i materiali protesici: Titanio, Tantalio,Leghe di Cromo e Cobalto, e soprattutto quali sono le caratteristiche di usura dei materiali che permettono il movimento della protesi (ceramica su ceramica,che è il migliore; ceramica o metallo della testina su polietilene del cotile, che ha una usura maggiore; metallo su metallo, che produce dopo pochi mesi pseudotumori ed osteolisi, oltre a liberare ioni metallici (cromo, cobalto, nikel)
E’ bene che il paziente che va ad operarsi di protesi d’anca legga attentamente il seguente articolo scientifico tratto da riviste internazionali.
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